L’origine del nome Italia: tra mito, storia e lingua/イタリアという名前の起源:神話、歴史と言語の間で

(原文: イタリア語 – 日本語訳) Italiano (testo originale/Marco Biondi) – Traduzione in giapponese

Italia preromana

Introduzione

La storia delle parole e dei nomi geografici è una chiave straordinaria per comprendere le radici culturali di un popolo. Tra questi, il nome Italia si distingue per il fascino delle sue origini, intrecciate tra mito, storia e linguistica. Per gli appassionati di storia antica, di lingua latina e greca, e per chiunque desideri approfondire il significato dei termini che usiamo ancora oggi, questo viaggio etimologico offre una prospettiva unica sulla costruzione dell’identità di un territorio.

Studiare il latino e il greco antico non è solo un esercizio linguistico, ma un viaggio nella mentalità e nella visione del mondo degli antichi. Il nome Italia non è solo una designazione geografica, ma il riflesso di secoli di evoluzioni linguistiche, influenze culturali e narrazioni mitologiche che hanno plasmato la nostra comprensione del passato.

Partendo dalle fonti più antiche, tra cui Dionigi di Alicarnasso (I sec. a.C.), Aristotele (384-322 a.C.), Ellanico di Lesbo (V sec. a.C.) e Strabone (64 a.C.-23 d.C.), esploreremo le ipotesi più accreditate sull’origine del termine Italia. Scopriremo non solo le leggende affascinanti legate a Italo, il leggendario re degli Enotri, e alle fatiche di Eracle, ma anche il processo storico che ha portato il nome Italia a designare l’intera penisola. Un’evoluzione che affonda le radici nell’antichità e che ci permette di capire come il concetto stesso di Italia sia cambiato nel tempo.

Dionigi di Alicarnasso

Le due teorie principali sull’origine del nome Italia

Gli autori antichi hanno cercato di fornire spiegazioni diverse per il nome Italia.

La prima teoria è riportata da Dionigi di Alicarnasso (I sec. a.C.), che cita Antioco di Siracusa (V sec. a.C.). Secondo questa interpretazione, il nome Italia risale alla tarda età del bronzo, circa sedici generazioni prima della guerra di Troia. In quel periodo, nell’estrema punta meridionale dell’Italia, avrebbe vissuto un grande re: Italo (Ἰταλός).

Il re Italo era un sovrano forte e potente che guidava il popolo degli Enotri. Secondo Aristotele (384-322 a.C.), Italo trasformò gli Enotri da un popolo nomade a uno stanziale, dotandoli di leggi e aiutandoli a diventare una società più organizzata. Il suo regno si estendeva dall’attuale Capo Spartivento fino all’istmo di Catanzaro, comprendendo il territorio tra il golfo di Squillace e il golfo di Santa Eufemia. Nei decenni successivi, il suo dominio si ampliò e fu proprio Italo a dare il nome di Italia alla terra che governava.

 

 

L’Enotria: la terra del vino

Un altro nome antico utilizzato per designare l’Italia meridionale era Enotria (Οἰνωτρία, Oinōtría), termine di origine greca derivante da οἶνος (oînos), che significa “vino”. Secondo le fonti greche e latine, tra cui Dionigi di Alicarnasso e Strabone, la denominazione di Enotria era legata alla pratica della viticoltura, caratteristica delle popolazioni locali, in particolare gli Enotri, un popolo italico che abitava le regioni della Calabria e della Basilicata.

I Greci, che fondarono numerose colonie nella Magna Grecia a partire dall’VIII secolo a.C., notarono l’abbondanza e la qualità della produzione vinicola di queste terre e iniziarono a riferirsi a esse come la “terra del vino”. Il termine Enotria divenne dunque una sorta di epiteto culturale, che descriveva un aspetto distintivo della penisola, tanto che i Romani, in epoca successiva, continuarono a usarlo in senso più ampio per indicare l’intera Italia.

L’importanza dell’Enotria come simbolo della vocazione vinicola dell’Italia è testimoniata anche nella letteratura latina. Virgilio, nelle Georgiche, riprende il termine in un contesto celebrativo della fertilità della terra italiana, sottolineando il legame ancestrale tra la penisola e la produzione del vino.

Questa connessione con la viticoltura contribuì a consolidare l’immagine dell’Italia come terra fertile e generosa, un concetto che si affianca ad altre denominazioni come Esperia, legata al concetto di “terra del tramonto”, e alle teorie linguistiche moderne che vedono nell’Italia una designazione cosmica e geografica più ampia.

L’Enotria: la terra del vino

Un altro nome antico utilizzato per designare l’Italia meridionale era Enotria (Οἰνωτρία, Oinōtría), termine di origine greca derivante da οἶνος (oînos), che significa “vino”. Secondo le fonti greche e latine, tra cui Dionigi di Alicarnasso e Strabone, la denominazione di Enotria era legata alla pratica della viticoltura, caratteristica delle popolazioni locali, in particolare gli Enotri, un popolo italico che abitava le regioni della Calabria e della Basilicata.

I Greci, che fondarono numerose colonie nella Magna Grecia a partire dall’VIII secolo a.C., notarono l’abbondanza e la qualità della produzione vinicola di queste terre e iniziarono a riferirsi a esse come la “terra del vino”. Il termine Enotria divenne dunque una sorta di epiteto culturale, che descriveva un aspetto distintivo della penisola, tanto che i Romani, in epoca successiva, continuarono a usarlo in senso più ampio per indicare l’intera Italia.

L’importanza dell’Enotria come simbolo della vocazione vinicola dell’Italia è testimoniata anche nella letteratura latina. Virgilio, nelle Georgiche, riprende il termine in un contesto celebrativo della fertilità della terra italiana, sottolineando il legame ancestrale tra la penisola e la produzione del vino.

Questa connessione con la viticoltura contribuì a consolidare l’immagine dell’Italia come terra fertile e generosa, un concetto che si affianca ad altre denominazioni come Esperia, legata al concetto di “terra del tramonto”, e alle teorie linguistiche moderne che vedono nell’Italia una designazione cosmica e geografica più ampia.

 

L’unificazione del nome “Italia” e la fusione con l’Enotria

Nel V-IV secolo a.C., con l’arrivo dei Greci nella Magna Grecia e il progressivo dominio romano, il nome Italia iniziò ad espandersi, andando a includere parte dell’Enotria. Strabone (I sec. a.C.) ci dice che, al suo tempo, l’Italia comprendeva già tutto il territorio fino al fiume Lao, tra Calabria e Lucania. Nel III secolo a.C., con l’espansione romana, il nome Italia si estese fino alla Campania e all’Arno.

Dunque, nel passaggio tra il V e il III secolo a.C., il termine Italia inglobò l’Enotria, unificando così in un’unica denominazione i territori della terra di Italo (Calabria meridionale) e l’Enotria (Basilicata-Calabria settentrionale e Campania meridionale).

 

 

La fatica di Eracle

Un’altra teoria, riportata da Dionigi di Alicarnasso, cita Ellanico di Lesbo (V sec. a.C.) e collega il nome Italia a Eracle e alle sue dodici fatiche.

Secondo questo racconto, Eracle doveva rubare il bestiame del gigante Gerione. Dopo aver sconfitto il pastore Eurizione e il feroce cane Ortro, uno dei buoi scappò, e mentre lo cercava, Eracle apprese che gli abitanti del luogo chiamavano il bue “vitulus” in latino e ἰταλός(italós) in greco.

In quel periodo, molti popoli prendevano il nome da un animale-totem. Non è quindi strano che un popolo si identificasse con il vitello e che il territorio da esso abitato prendesse il nome di Italia, volendo significare “terra dei vitelli”, in riferimento all’importanza dell’allevamento bovino e forse a una tradizione sacra.

L’ipotesi di Giovanni Semerano: una radice mesopotamica e il significato di “Italia” come terra del tramonto

Il filologo e linguista Giovanni Semerano (1913-2005) propose un’etimologia alternativa per il nome Italia, sfidando le interpretazioni tradizionali che lo collegano al re Italo o al termine vitulus. Secondo la sua ipotesi, il nome deriverebbe dal sumero antalu, che significa “ombra”, e dal babilonese attalî, che in siriaco diventa atalja con il significato di “oscuramento” o “tramonto”.

Questa teoria si inserisce in un contesto più ampio in cui i popoli del Vicino Oriente identificavano le regioni occidentali in relazione ai fenomeni astronomici e alla posizione geografica. Così come:

  • Asia deriverebbe dal babilonese asu (“oriente”, “dove sorge il sole”),
  • Europa dall’accadico erebu (“tramonto”, “dove cala il sole”),
  • Atlante, il titano della mitologia greca, sarebbe collegato alla stessa radice di Italia e Aithalia.

Semerano vede in Aithalia (Αἰθαλία), nome antico greco dell’Isola d’Elba, un legame con la lavorazione del ferro etrusca. L’isola era rinomata per le sue fonderie, attive giorno e notte, e per il denso fumo che si alzava dai forni metallurgici. Questo fenomeno visibile dalla costa avrebbe rafforzato la percezione dell’Italia come “terra del fumo” o “terra della fuliggine”, fornendo un’ulteriore chiave di lettura per il nome stesso della penisola.

La tradizione classica interpreta Aithalia come derivata dal verbo greco αἴθω (aíthō, “bruciare”, “splendere”), in riferimento ai roghi delle fornaci etrusche. Tuttavia, Semerano rigetta questa etimologia e suggerisce che il nome abbia radici mesopotamiche o semitiche, legate al concetto di oscurità e fumo. L’identificazione dell’Italia con la “terra del tramonto” sarebbe quindi rafforzata non solo dalla sua posizione geografica, ma anche da caratteristiche visibili e peculiari come le esalazioni delle attività metallurgiche tirreniche.

Questa interpretazione si inserisce in una più ampia visione sulla formazione della cultura europea, in cui Semerano sostiene che molte parole del latino e del greco abbiano origine semitica o mesopotamica, trasmesse attraverso le civiltà fenicia ed egizia. Secondo la sua analisi, l’influenza linguistica del Vicino Oriente sarebbe stata molto più profonda di quanto tradizionalmente accettato, e il latino stesso, invece di avere esclusivamente una radice indoeuropea, sarebbe in parte il risultato di stratificazioni linguistiche più antiche.

Sebbene questa teoria abbia suscitato dibattiti e non sia stata ampiamente accolta dalla linguistica accademica tradizionale, essa offre una prospettiva innovativa sulla costruzione dell’identità linguistica e culturale dell’Europa antica. Semerano, con il suo approccio interdisciplinare, ha evidenziato l’importanza delle connessioni tra il mondo greco-romano e le civiltà mesopotamiche e semitiche, ponendo le basi per una rilettura delle origini linguistiche dell’Occidente.

Secondo la sua ipotesi, il nome Italia non deriverebbe né da un totem animale (vitulus) né da un eroe eponimo (Italo), ma piuttosto da un concetto cosmico: una terra vista dai popoli del Vicino Oriente come la “terra del tramonto”, associata anche alla presenza delle esalazioni delle fonderie etrusche dell’Isola d’Elba. Questa prospettiva, pur non universalmente accettata, apre un nuovo dibattito sulla formazione della toponomastica antica e sulle molteplici influenze linguistiche che hanno contribuito a definire l’identità della penisola italiana.

 

 

L’uso del termine Esperia per designare l’Italia

Un altro nome utilizzato dagli antichi per riferirsi all’Italia era Esperia (Ἑσπερία), derivante dal greco ἕσπερος (hesperos), che significa “occidente” o “tramonto”. Per i Greci, l’Italia era situata a ovest rispetto alla loro terra, ed era quindi spesso identificata con questa denominazione. Virgilio, nell’Eneide, chiama l’Italia “Esperia Tellus”, sottolineando la sua posizione geografica occidentale rispetto a Troia e alla Grecia.

Tuttavia, il termine Esperia non si riferiva esclusivamente all’Italia. A seconda del contesto, poteva indicare anche la Penisola Iberica, essendo ancora più occidentale rispetto alla Grecia. Per distinguere le due regioni, alcuni autori utilizzavano le espressioni Hesperia Magna per l’Italia e Hesperia Ultima per la penisola iberica (Spagna e Portogallo).

Il concetto di Esperia rientra nello stesso schema interpretativo di Giovanni Semerano, che individuava nella denominazione Italia un’origine linguistica legata al concetto di “terra del tramonto”. Così come Italia potrebbe derivare da termini mesopotamici legati all’ombra e al tramonto (antalu, attalî), Esperia era per i Greci la terra lontana dell’ovest, il luogo in cui il sole si spegneva.

Conclusione

L’origine del nome Italia è il risultato di una complessa stratificazione di miti, storia e influenze linguistiche. Dalle più antiche attestazioni risalenti ai popoli italici e ai coloni greci fino alle interpretazioni moderne, il termine ha attraversato secoli di trasformazioni culturali. Inizialmente riferito a una ristretta area dell’Italia meridionale, il nome si è gradualmente esteso fino a identificare l’intera penisola, consolidandosi grazie all’uso da parte dei Romani.

L’analisi delle fonti antiche ha messo in luce due principali filoni interpretativi: il primo, legato alla figura mitica di Italo, il re degli Enotri, e il secondo, derivante dal mito di Eracle, con la connessione tra il nome Italia e il termine italós (ἰταλός), indicante il vitello. Questo elemento si collega a un’antica pratica di attribuzione totemica dei nomi territoriali, una tradizione comune tra le civiltà mediterranee.

Parallelamente, la riflessione sui termini greci e latini usati per designare l’Italia, come Esperia (Ἑσπερία), evidenzia un’altra chiave di lettura: la percezione della penisola come “terra del tramonto” rispetto alla Grecia. Questo concetto si innesta in un quadro linguistico più ampio, che vede anche Asia derivare da asu (“oriente”) ed Europa da erebu (“tramonto”).

A questa prospettiva si affianca l’ipotesi di Giovanni Semerano, che propone un’origine mesopotamica del termine Italia. Egli vede nella parola una derivazione dal sumero antalu (“ombra”) e dall’accadico attalî, che in siriaco diventa atalja (“oscuramento”, “tramonto”). In questa visione, l’Italia sarebbe stata così identificata dai popoli del Vicino Oriente come la terra dell’ombra e del declino del sole, collegandosi al nome antico dell’Isola d’Elba, Aithalia (Αἰθαλία), associato alle esalazioni di fumo derivanti dalla metallurgia etrusca. Il fumo delle fonderie etrusche avrebbe rafforzato questa immagine, contribuendo a consolidare la percezione dell’Italia come un luogo caratterizzato da elementi naturali e simbolici connessi alla fine del giorno e all’operosità umana.

Questa molteplicità di interpretazioni dimostra quanto la denominazione della penisola sia stata oggetto di riflessioni, adattamenti e rielaborazioni nel corso dei secoli. Il dibattito tra le etimologie classiche, che legano il termine a elementi culturali interni alla penisola, e le ipotesi alternative, che sottolineano le influenze delle civiltà semitiche e mesopotamiche, è un segno dell’importanza che l’Italia ha rivestito nel panorama culturale del Mediterraneo antico.

L’approfondimento di queste tematiche non è solo un esercizio accademico, ma un viaggio attraverso la costruzione dell’identità storica, linguistica e culturale di una terra che ha rappresentato un crocevia di popoli, lingue e culture. Lo studio delle radici linguistiche dell’Italia, che coinvolge il latino, il greco, le lingue italiche e le lingue del Vicino Oriente, aiuta a comprendere meglio il modo in cui le antiche civiltà percepivano e nominavano il mondo che le circondava.

L’etimologia del nome Italia, quindi, si pone come un affascinante campo di indagine, capace di coniugare mito e realtà, linguistica e archeologia, storia e leggenda. Seppur ancora oggetto di discussione, il suo studio continua a stimolare la ricerca, arricchendo la nostra conoscenza della complessa trama culturale che ha dato origine alla civiltà italica e occidentale.

Nota storica: Il processo di espansione del nome Italia coinvolse anche l’assimilazione del termine Enotria, utilizzato dai Greci per indicare le regioni dell’Italia meridionale vocate alla produzione vinicola. Inizialmente, Italia si riferiva solo alla terra di Italo, un piccolo territorio della Calabria meridionale, ma già in epoca classica il nome si era esteso verso nord-ovest, sovrapponendosi progressivamente alla più vasta Enotria. Strabone e altri autori greci e latini testimoniano questa graduale unificazione, che culminò con l’adozione definitiva del nome Italia per tutta la penisola durante l’età romana.

Marco Biondi

【日本語訳】

イタリアという名前の起源:神話、歴史と言語の間で

序論

言葉や地名の歴史は、その民族の文化的ルーツを理解するための素晴らしい鍵です。その中でも「イタリア」という名前は、その起源が神話、歴史、言語学の間に交差する魅力的なもので際立っています。古代史、ラテン語やギリシャ語に関心がある方、そして私たちが日常的に使っている言葉の意味を深く掘り下げたい方にとって、この語源の旅はその地域のアイデンティティの形成を独自の視点から見せてくれるでしょう。

ラテン語や古代ギリシャ語を学ぶことは、単なる言語の練習にとどまらず、古代人の思考様式や世界観への旅でもあります。「イタリア」という名前は単なる地理的な呼称ではなく、言語の進化、文化的影響、そして私たちの過去の理解を形作る神話的な物語の何世紀にもわたる反映なのです。

最も古い資料として、ディオニュシオス・オブ・ハリカルナッソス(紀元前1世紀)、アリストテレス(紀元前384-322年)、レスボスのヘッラニコス(紀元前5世紀)、ストラボン(紀元前64年 – 紀元23年)などを参考にしながら、「イタリア」という言葉の起源に関する最も有力な仮説を探っていきます。伝説的なエノトリア王イタロやヘラクレスの功業にまつわる魅力的な伝説だけでなく、「イタリア」という名前が半島全体を指すようになるまでの歴史的プロセスも明らかにしていきます。この進化は古代に深く根ざしており、「イタリア」という概念そのものがどのように時代とともに変化してきたのかを理解する手助けとなるでしょう。


ディオニュシオス・オブ・ハリカルナッソス


イタリアという名前の起源に関する二つの主要な理論

古代の著者たちは、「イタリア」という名前についてさまざまな説明を試みてきました。

1つ目の理論は、ディオニュシオス・オブ・ハリカルナッソス(紀元前1世紀)がシラクサのアンティオコス(紀元前5世紀)を引用して伝えています。この解釈によると、「イタリア」という名前は青銅器時代後期、トロイア戦争の約16世代前に遡ります。この時期、イタリア南端の地に偉大な王、**イタロ(Ἰταλός)**が住んでいたとされています。

王イタロは強大な支配者で、エノトリア人を率いていました。アリストテレス(紀元前384-322年)によると、イタロはエノトリア人を遊牧民から定住民へと変え、法律を整備し、より組織的な社会を築く手助けをしました。彼の王国は現在のカポ・スパルティヴェントからカタンザーロの地峡にまで広がり、スクイラーチェ湾とサンタ・エウフェミア湾の間の地域を含んでいました。その後数十年の間に彼の支配はさらに拡大し、イタロ自身が自らの統治する土地をイタリアと名付けたと伝えられています。


エノトリア:ワインの土地

イタリア南部を指すもう一つの古い名前がエノトリア(Οἰνωτρία, Oinōtría)です。この言葉は、ギリシャ語のοἶνος (oînos)、すなわち「ワイン」に由来します。ディオニュシオス・オブ・ハリカルナッソスやストラボンなどのギリシャおよびラテンの資料によると、エノトリアという名称は、特にカラブリアとバジリカータに住んでいたエノトリア人を中心とした地元の人々のワイン醸造の習慣に関連しています。

紀元前8世紀以降、マグナ・グラエキア(南イタリア)に多くの植民地を築いたギリシャ人たちは、この地のワイン生産の豊かさと質の高さに気づき、これらの土地を「ワインの土地」と呼び始めました。エノトリアという言葉は次第に文化的な形容詞となり、半島の際立った特徴を表す言葉として定着しました。後にローマ人もこの言葉を広義で用いてイタリア全体を指すようになりました。

ウェルギリウスも『農耕詩(ゲオルギカ)』の中でこの言葉を使用し、イタリアの大地の肥沃さを称える文脈で取り上げています。このようにして、エノトリアはイタリアの肥沃で寛大な土地というイメージを強化する役割を果たしました。


「イタリア」という名前の統一とエノトリアとの融合

紀元前5~4世紀、マグナ・グラエキアへのギリシャ人の到来とローマの支配が進む中で、「イタリア」という名前は徐々に拡大し、エノトリアの一部を含むようになりました。ストラボン(紀元前1世紀)によると、彼の時代にはイタリアはすでにカラブリアとルカニアの間のラオ川までの地域を含んでいました。紀元前3世紀にはローマの拡張に伴い、カンパニアアルノ川まで「イタリア」の名称が広がりました。

したがって、紀元前5世紀から3世紀にかけて、「イタリア」という言葉はエノトリアを包含するようになり、**イタロ王の土地(南カラブリア)エノトリア(バジリカータ、北カラブリア、南カンパニア)**の地域を一つの名称のもとに統一しました。


ヘラクレスの功業

別の理論として、ディオニュシオス・オブ・ハリカルナッソスは、レスボスのヘッラニコス(紀元前5世紀)を引用し、イタリアの名前をヘラクレスとその12の功業に関連づけています。

この物語によると、ヘラクレスは巨人ゲリュオネスの牛を盗む使命を負っていました。ヘラクレスは番人のエウリュティオンと猛犬オルトロスを打ち倒した後、牛の一頭が逃げ出します。その牛を探している最中、地元の人々がその牛をラテン語で「ヴィトゥルス(vitulus)」、ギリシャ語で「ἰταλός(italós)」と呼んでいることを知ります。

当時、多くの民族が動物のトーテムから名前を取っていたため、子牛にちなんで民族や土地の名前が付けられるのは不思議なことではありません。イタリアという名前は「子牛の土地」を意味し、牛の飼育の重要性、そしておそらく神聖な伝統を示していたのかもしれません。


ジョヴァンニ・セメラーノの仮説:メソポタミアのルーツと「イタリア」の意味としての「夕暮れの土地」

フィロロジストで言語学者のジョヴァンニ・セメラーノ(1913-2005)は、「イタリア」という名前について従来の解釈に異議を唱える別の語源説を提案しました。彼によると、この名前は王イタロや「ヴィトゥルス(子牛)」という言葉に由来するのではなく、シュメール語の「antalu」(影)、バビロニア語の**「attalî」、およびシリア語の「atalja」(暗闇、夕暮れ)**から派生しているとされます。

この理論は、古代の中東の民族が西方の地域を天文学的現象や地理的位置に関連付けて認識していたという広範な文脈に位置づけられます。

  • **アジア(Asia)はバビロニア語の「asu」(東、日の出の地)**から、
  • **ヨーロッパ(Europa)はアッカド語の「erebu」(日没、日の沈む地)**から由来するとされます。

セメラーノは、古代ギリシャ語でエルバ島を指す**「アイタリア(Αἰθαλία)」**という名前と、エトルリアの鉄加工との関係にも注目しました。エルバ島はその製鉄所で知られ、昼夜を問わず煙が立ち上っていたため、「煙の土地」や「すすの土地」として認識されていた可能性があります。


エスペリアという言葉の使用:イタリアのもう一つの名前

古代ではイタリアを指すもう一つの名前として**エスペリア(Ἑσπερία)が使われていました。この言葉はギリシャ語のἕσπερος(hesperos)に由来し、「西」または「夕暮れ」を意味します。ギリシャ人にとって、イタリアは彼らの土地の西に位置していたため、この名称で呼ばれることが多かったのです。ウェルギリウスも『アエネーイス』の中でイタリアを「エスペリア・テルス(Esperia Tellus)」**と呼び、トロイアやギリシャに対する西方の位置を強調しています。


結論

「イタリア」という名前の起源は、神話、歴史、言語的影響の複雑な層の結果です。初期のイタリック民族やギリシャ植民地時代から現代の解釈に至るまで、この名称は何世紀にもわたる文化的変遷を経てきました。当初は南イタリアの限られた地域を指していたこの名前は、ローマ人による使用を通じて次第に半島全体を指すようになりました。

古代の資料の分析からは二つの主要な解釈が浮かび上がります。一つは、エノトリアの王イタロの神話的な人物に関連するもの。もう一つは、ヘラクレスの神話と「イタロス(italós)」という言葉(子牛)との関連です。さらに、ギリシャ語やラテン語でイタリアを指す言葉、例えば**エスペリア(夕暮れの土地)**は、イタリアを「西の地」として認識する別の視点を示しています。

ジョヴァンニ・セメラーノのメソポタミア起源説もまた、イタリアという名前の多層的な背景を探る上で興味深い視点を提供しています。この理論は広く受け入れられてはいないものの、古代の地名の形成や多様な言語的影響を理解するための新たな議論を喚起しています。

マルコ・ビオンディ

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